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I vaccini antimeningite

La meningite consiste nell'infiammazione delle membrane che rivestono il cervello.
può avere cause fisiche come il calore (insolazione), virali (meningiti non purulente) o batteriche (meningiti purulente). Queste ultime sono le più gravi , hanno una mortalità di circa il 12-13% e lasciano molto spesso residuati neurologici importanti.
In Italia i casi di meningite batterica notificati ogni anno sono andati progressivamente aumentando dal 1994 al 1999.
Negli anni dal 1994 ad oggi, il patogeno più frequentemente identificato tra i casi di meningite con eziologia accertata, è stato Streptococcus pneumoniae (indicato come pneumococco) (33%), seguito da Neisseria meningitidis (indicato anche come meningococco) (30%) e da Haemophilus influenzae (14%). 

La meningite da pneumococco ha un'elevata letalità (nella casistica italiana del 2001 è stata del 12%)  specialmente se associata a batteriemia. E' frequente specie nei primi anni di vita. L'esordio è brusco con febbre alta e letargia. Esistono numerosi tipi di pneumococco, differenti in base alla composizione della capsula polisaccaridica che li riveste. La maggior parte dei casi di malattia è dovuta ad uno dei 23 tipi capsulari più comuni. Questa variabilità è alla base della difficoltà di messa a punto ed utilizzazione di vaccini efficienti. Inoltre, il polisaccaride della capsula ha un potere scarsamente immunogenico per i bambini sotto i due anni di età. Il vaccino pneumococcico per gli adulti contiene 23 polisaccaridi capsulari (pneumo23) ma lascia una immunità di breve durata. Il vaccino per i bambini contiene solo 13 polisaccaridi capsulati coniugati ad una proteina che ne aumenta il potere immunogeno ed è disponibile per i bambini sotto i due - tre anni di età (PREVENAR) e immunizza per tutta la vita.
Non viene richiesta la profilassi antibiotica dei contatti di un caso di meningite da pneumococco.

L'incidenza della meningite da meningococco riportata in Italia è bassa rispetto al resto dell'Europa (3-6 casi ogni 1.000.000 abitanti rispetto alla media europea di 14,5 casi ogni 1.000.000 abitanti). Nel 2001 sono stati segnalati 194 casi. Una quota sempre crescente dei meningococchi identificati (69%) in Italia negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B. Il gruppo C è stato identificato nel 24% dei pazienti , il gruppo A nel 2% segnalati , i gruppi W e Y sono sporadici (attualmente, complice l'immigrazione, il ceppo Y è arrivato al 17%!!). E' stata osservata una forte stagionalità della meningite meningococcica con picchi in inverno, soprattutto in seguito alle epidemie stagionali di influenza. Il 30% dei casi aveva età fino a cinque anni al momento della diagnosi. La distribuzione per età dei pazienti segnalati indica una concentrazione di casi tra i bambini e tra i giovani adulti, in particolare, tra questi ultimi, nella fascia di età tra i 15 ed i 19 anni   (vedi) . Il 50% di tutti i casi aveva un'età inferiore ai 17 anni (attualmente sono segnalati sempre più frequentemente casi in adulti anche fino ai 50 anni, probabilmente perchè i bimbi sono vaccinati). Condizioni di sovraffollamento in ambienti chiusi facilitano la trasmissione dell'infezione che avviene per via aerea. Per questo motivo tutte le reclute al servizio di leva in Italia vengono vaccinate con un vaccino efficace contro i meningococchi di tipo A, C, Y, W135 (mencevax). Questo vaccino tuttavia non è protettivo per i bambini sotto i due anni di età . E stato  introdotto in commercio, un vaccino coniugato per la meningite da meningococco di gruppo C (MENJUGATE) e un altro ACWY (MENVEO)che invece sono altamente immunogenici anche nell'infanzia .
Recentemente si è reso  disponibile un vaccino efficace contro le infezioni da tipo B, che nel nostro Paese sono la maggioranza (BERXERO). In genere esiste una consistente proporzione di soggetti nella popolazione generale che hanno il batterio nel nasofaringe. In confronto ai portatori sani, il numero di casi di malattia è molto piccolo, anche se non sono completamente noti i fattori che scatenano la malattia conclamata. La prevenzione nei soggetti entrati in contatto con l'ammalato, viene effettuata con somministrazione di antibiotici specifici (rifampicina) , entro le 24 ore dall'esposizione. Il numero di casi secondari nella casistica italiana è molto piccolo (meno del 2% di tutti i casi). Il quadro clinico di esordio è febbre molto elevata ad inizio brusco, cefalea, nausea, vomito, rigidità nucale. Spesso compare un esantema con macchie rosa. La letalità della meningite meningococcica tra i casi segnalati in Italia è risultata del 13% (circa 24 decessi ogni anno). Il batterio è estremamente labile nell'ambiente esterno e quindi non sono richieste misure di disinfezione.

Il numero di casi di meningite da Haemophilus influenzae identificati è diminuito negli ultimi due anni  (vedi). Nel 1995 i casi da H.influenzae (118 casi) rappresentavano il 20% della casistica, mentre nel 2002 sono solo 3% (19 casi). Il tipo b è risultato responsabile del 98% dei casi identificati. Nel 2001 tre quarti dei casi (75%) aveva meno di cinque anni di età e un gran numero si concentra nei primi due anni di vita . La manifestazione clinica è sempre di febbre elevata, vomito, letargia. La letalità è stata di poco inferiore al 3%. Le meningiti da H.influenzae tipo b sono diminuite proprio grazie all'uso della vaccinazione, da somministrare in tre dosi nel primo anno di vita o in unica dose nel secondo anno. I vaccini sono divenuti largamente disponibili in Italia negli ultimi anni e sono somministrati in combinazione con le vaccinazioni già praticate a tutti i nuovi nati.

Riassumendo, la meningite non è una malattia dovuta a un unico microbo, perciò il vaccino non può essere unico.

1) Per la meningite da haemophilus influenza, esiste un ottimo vaccino verso il sierotipo b, che viene di fatti somministrato ai neonati nel primo anno di vita e che ha fatto calare dai 111 casi l'anno nel 1996 ai 19 del 2002 !

2) Per il meningococco al vaccino adatto ai bambini sotto i tre anni (MENJUGATE) che funziona  verso il ceppo C che rappresenta il 20-30% delle meningiti da meningococco si è aggiunto uno che protegge anche dai ceppi minori AWY  (MENVEO) e finalmente quello che protegge dal ceppo B (BERXERO).Si è protetti tutta la vita!
 

3) Per lo pneumococco il discorso è simile: il vaccino adatto ai bambini funziona verso 13 ceppi di pneumococco e protegge da circa il 80 % delle meningiti da pneumococco e da una parte delle polmoniti da esso causate  (PREVENAR). Se si decide di farlo nel primo anno di vita bisogna fare tre dosi , se si pratica nel secondo anno, due dosi e se si fà nel terzo anno , una sola puntura.

Ma come quantificare il rischio di prendersi una meningite? Se guardiamo le tabelle dei casi annui per tipo di meningite in Italia, vediamo che il numero totale è rimasto piuttosto stabile ad esclusione dei casi dovuti all'Haemophilus che sono drasticamente diminuiti per merito del vaccino. Per lo pneumococco circa 230 casi anno riconosciuti, per il meningococco più o meno altrettanti. Se aggiungiamo anche i 20 casi dell'Haemophilus si arriva a circa 500 casi/anno (le meningiti totali sono però in media 800 perchè vanno aggiunte quelle da altri batteri e quelle il cui agente patogeno non è stato identificato). Se rapportiamo questo numero alla popolazione italiana otteniamo una possibilità su 100.000 di contrarre una meningite per la quale esiste un vaccino (una su 40.000 se consideriamo solo i bambini da 0 a 4 anni)! Se poi consideriamo che questi vaccini coprono mediamente dal 70 al 85% delle possibili infezioni, si vede che se li pratichiamo ai nostri figli riduciamo di molto le possibilità di prenderle  ! Personalmente trovo il risultato ottenibile, comunque buono e perciò consiglio a tutti i miei pazienti di praticare queste vaccinazioni.

L'ideale è praticarle tutte alla nascita e durante il primo anno.
Bisogna considerare le incidenze rispetto alle età dei pazienti: si vede così che per lo pneumococco si ha il 30-45% dei casi da zero a quattro anni con il picco massimo nel primo anno di vita, ma altrettanta si manifesta invece nella piena maturità ,trà venticinque e sessanta anni!
Per il meningococco, il 30% dei casi c'è trà zero e quattro anni, ma un altro picco del 22% appena dopo la pubertà trà i quindici e i venticinque anni mentre un altro 23% infine c'è tra i venticinque e i sessant'anni.
Perciò nella prima infanzia si concentra in 4 anni il 40-50% delle meningiti prevenibili ma un picco non indifferente corrisponde al periodo post- puberale e un altro alla maturità.

Credo che un compromesso accettabile possa essere vaccinare per lo pneumococco nel primo anno con tre dosi i neonati . Per il meningococco ACWY si può fare solo una dose nel secondo anno (tre per il tipo B e due dopo il secondo anno).
Infine nella nostra ASL (RM H), al momento attuale vengono offerti, su richiesta del Pediatra, i vaccini anti meningococco C e antipneumococco gratis . Inoltre questi stessi vaccini vengono offerti gratuitamente ai soggetti a rischio , sia bambini che adulti (cardiopatici, nefropatici, splenectomizzati ecc.), ai nomadi e ai piccoli che frequentano il nido. Al momento invece il tipo CAWY costa circa 30 euro e il tipo B 80 euro ( ma in farmacia costa 150!)

CONCLUSIONI:          
1)Ogni anno ci sono circa 800-1000 casi di meningite in Italia, dei quali più o meno 600 possono essere prevenuti tramite una vaccinazione.

2)L'età a maggior rischio è la prima infanzia con una incidenza di circa 1 caso su 40.000 bambini/anno. Altri periodi a rischio sono il periodo post puberale e la piena maturità per il meningococco , e la piena maturità e la vecchiaia per lo pneumococco.

3)L'altra meningite batterica molto frequente, quella da Haemophilus, è diminuita del 75-80% da quando è stato introdotto il vaccino specifico pochi anni fà.

4)Da poco tempo sono in commercio vaccini verso il meningococco (menjugate) e lo pneumococco (prevenar) che possono essere fatti anche a neonati. I precedenti vaccini potevano essere somministrati solo a bimbi di due tre anni . Con questi ultimi i più piccini non sviluppavano sufficienti anticorpi.

4)Questi vaccini non coprono completamente dal pericolo meningiti, ma vi riescono circa al 50-60% non proteggendo dal meningococco di tipo B, per il quale al momento attuale non esiste vaccino. Se effettuati, il rischio diminuisce a un caso su 100.000 bambini da 0 a 4 anni e a un caso su 250.000 su tutta la popolazione.
E' un po' come decidere di salire in auto indossando la cintura di sicurezza : non annulla il pericolo ma lo diminuisce molto!

5)La regione Lazio stà offrendo questi vaccini gratis

6 )Il mio consiglio è :  Per il meningococco se il neonato va o si prevede che vada al nido, vaccinarlo con le tre dosi nel primo anno . Se non va al nido, si può aspettare il secondo anno e vaccinare con una dose.
Per lo  pneumococco e l'Haemophilus, fare i vaccini previsti nel primo anno.

Consiglio anche di vaccinare i più grandicelli ma anche i fratelli maggiori verso il meningococco, questo perchè,come abbiamo visto, esistono picchi di frequenza della meningite anche in età avanzata. Inoltre nei prossimi anni è possibile un peggioramento della situazione perchè i ragazzi non verranno più vaccinati al momento di fare il militare in quanto quest'ultimo sarà su base volontaria! 

I dati di questa pagina sono stati ripresi , con lievi semplificazioni, dal sito dell'istituto superiore della sanità