Casa a Misura di Bambino

 - Annalisa Perino, formatrice montessoriana, Biella (Tratto da UPPA)

 

Il bambino è competente e portatore di intelligenza: sta all’adulto strutturare spazi e tempi, occasioni ed esperienze volte a liberare questo potenziale. Questo è ciò credeva la migliore pedagogista italiana, Maria Montessori e che sta alla base del suo approccio educativo. Per dare al bambino, anche molto piccolo, la possibilità di muoversi liberamente, in sicurezza, è necessario ripensare gli spazi e gli arredi, soprattutto quelli domestici. Una casa a misura di bambino è vantaggiosa per tutti perché  rende i bambini più autonomi e i genitori più sereni.

Cosa significa rendere la casa a misura di bambino?

Prima di tutto non considerare l’ambiente domestico statico, ma dinamico. Il bambino crescendo varia le sue necessità: l’abitazione deve rispondere a questi bisogni e al genitore sta il compito di essere il custode e il curatore di tale spazio di vita. Dalle braccia della mamma, il piccolo vorrà “trasferirsi” a terra su un tappetino (è sufficiente un metro quadro), sul quale sostare a pancia in su durante il periodo di veglia, ovviamente solo quando ne mostra piacere. Con il progredire delle competenze il bimbo inizierà a muoversi autonomamente, desiderando avere a disposizione una superficie più ampia: è il tempo di organizzare la sua stanza e modificare un po’ gli spazi comuni.

A ogni periodo di sviluppo corrispondono bisogni specifici. Un bimbo di otto mesi necessita di uno spazio morbido, ben delimitato, corredato da specchio, sonagli, cestino dei tesori. Un bambino di due anni, già abile nella deambulazione, cercherà di raggiungere e impossessarsi di tutto ciò che desta la sua curiosità e dovrà trovare a portata di mano solo quel che gli è consentito sperimentare. Sarà pertanto necessario far sparire o sopraelevare tutto ciò che può essere pericoloso o che non vorremmo vedere in frantumi.
Ciò che non può essere eliminato, rimarrà nell’ambiente, ma sarà un oggetto con il quale il bimbo non potrà relazionarsi. La regola in questo senso deve essere chiara, stabile, comprensibile e fatta rispettare con amore, consci che il suo desiderio di sperimentare, toccare o aprire è fortissimo e naturale. Avere solo pochi oggetti non disponibili in casa è una situazione facilmente gestibile, mentre avere stanze piene di “tentazioni proibite” genera continue situazioni di scontro e frustrazione.

Noi genitori, come detto, siamo i primi custodi dell’ambiente domestico e lo possiamo aggiornare sempre meglio lasciandosi guidare dall’agire libero del  bambino. Impariamo a leggere i segnali che il bambino implicitamente o esplicitamente invia e rispondiamo così, attraverso un’attenta organizzazione dello spazio, ai suoi bisogni più profondi.

ingresso: possiamo allestire un piccolo appendiabiti dove il bambino potrà riporre la propria giacca, sciarpa e cappello e, a terra, un spazio circoscritto dove depositare le scarpe e le ciabatte. Una piccola poltroncina su cui accomodarsi per il cambio delle scarpe aiuterà l’ordine d’esecuzione delle procedure di vestizione e svestizione.

cucina: un gancetto permetterà al bambino di prendere e riporre il proprio bavaglio. Un piccolo vassoio a portata di mano dotato di brocchetta e bicchiere permetterà al bambino di dissetarsi al bisogno.

corridoio: un piccolo sgabello, sufficientemente stabile, garantirà ad un bimbo di trenta mesi di aprire le maniglie delle porte ed accendere gli interruttori delle stanze a cui può accedere senza dover costantemente richiedere l’aiuto del genitore.

bagno: un posto preciso e stabile per spazzolino, asciugamano, sapone e vasino, consentirà al bambino di gestire autonomamente la cura personale, dove e quando possibile.

stanza dei giochi: le attività saranno poche, chiare, attraenti, significative, ordinate e a vista. Dovrebbero “sparire” scatoloni dei giocattoli, caotici e ingovernabili per lasciare spazio a piccole mensole e armadietti aperti su cui esporre le attività a disposizione. Ciò che non serve, non interessa o è guasto deve uscire dalla stanza. Ogni oggetto deve avere la propria collocazione nell’ambiente: ciò favorirà l’autonomia di gioco e faciliterà il riordino.

Per migliorare lo sviluppo motorio del bambino è importante inserirlo in un ambiente che agevoli i suoi movimenti, per garantirgli maggiore libertà e futura autonomia.
Non possiamo insegnare a un bambino a parlare, così come non possiamo insegnargli a camminare. Ma possiamo, in entrambi i casi, supportarlo: parlando tanto e bene lo aiuteremo nella costruzione del linguaggio e lasciandolo libero di muoversi, dall’inizio della vita, favoriremo la sua motricità, così come l’equilibrio e l’autonomia. Come Maria Montessori, anche Emmi Pikler, pediatra ungherese di inizio Novecento, teorizzò il naturale sviluppo motorio dalla nascita alla deambulazione individuando l’autonomia d’apprendimento del bambino e la pericolosità dell’interferenza dell’adulto nel percorso di crescita. Pikler diede una precisa e chiara indicazione all’educatore: l’unica cosa che deve fare per favorire il bambino è porlo in posizione supina dalla nascita e lasciare che, autonomamente, lentamente e con il proprio ritmo, conquisti tutte le posizioni intermedie, necessarie a diventare abile nella deambulazione.

Le fasi di sviluppo

Le fasi che il bambino attraversa spontaneamente nel suo sviluppo sono:

voltarsi sulla pancia
rivoltarsi sulla schiena
strisciare
avanzare carponi
sedersi
mettersi in ginocchio
alzarsi in piedi
spostarsi lateralmente sostenendosi
camminare senza il sostegno delle mani

Per conquistare ogni abilità, è necessario avere il tempo di esercitarsi. È soltanto da terra che il bambino potrà imparare ad alzarsi senza passare da un supporto all’altro.
Per molti mesi dalla nascita, il bambino non si sposterà dalla posizione supina, ma durante questo periodo, che pare lunghissimo, esercita la sua muscolatura e si sviluppa psichicamente. Ogni posizione è una conquista dettata da maturità psico-fisica, ottenuta naturalmente e senza sforzo. Il bambino così si girerà, gattonerà, si metterà seduto, camminerà quando sarà il suo momento e non prima.

Allestiamo gli spazi

Per consentire al bambino di muoversi in sicurezza è necessario allestire gli spazi domestici in modo adeguato. Vediamo come.
Durante i periodi di veglia il bambino starà su una superficie semirigida con uno spessore di qualche centimetro, foderata in cotone, possibilmente con uno specchio orizzontale in cui specchiarsi e qualche oggetto attraente intorno.

Anche il cambio del pannolino o dei vestiti dovrebbe avvenire a terra o in un luogo comodo e sicuro. Perché fare questa scelta? Il momento del cambio è un’occasione preziosa di esercizio fisico e relazione. Come si può garantire una buona ginnastica e preziose coccole in una postazione stretta, ad almeno 90 cm di altezza e quindi pericolosa? I genitori, per la paura che il piccolo possa cadere, svolgono le azioni con molta rapidità. Cambiare il pannolino a terra significa condividere con il bambino un momento di cura personale in un clima di serenità e calma. Il genitore può spogliare con lentezza, narrando ciò che avviene, può consentire al bambino di muoversi liberamente durante i passaggi e può praticare dei massaggi. Il bambino scoprirà i suoi piedini, la sua pancia e potrà sperimentare sensazioni tattili diffuse e non solo circoscritte alle mani.

Quando il bambino è in grado di muoversi autonomamente nello spazio (striscia o gattona) possiamo sostenere le sue abilità ponendo nella stanza (sua o dei genitori) un letto basso, raggiungibile in autonomia. Abbandonare il letto con le sbarre e scegliere un letto a terra significa:
riconoscere libertà di scelta e di autonomia a un bambino piccolo che, se stanco, può andare a coricarsi e, dopo essersi riposato, può lasciare la stanza
gestire l’addormentamento con facilità, sedendosi accanto al bambino e avendo la possibilità di accarezzarlo, di coricarsi al suo fianco, di sussurrare, leggere
non sentire il bambino piangere al risveglio, ma trovarlo nella sua stanza a giocare o vederlo arrivare ai piedi del lettone

Come sempre, offrire libertà, autonomia, rispetto e fiducia richiede molto impegno, ma è ampiamente ripagato dalla serenità del bambino.

Il lettino dovrebbe essere in legno, in quanto materiale naturale, con un proprio peso specifico, profumo e calore. Non dovrebbe essere trattato con colle e vernici tossiche, ma solo con sostanze naturali. Anche le giunzioni tra le parti dovrebbero essere a incastro, senza utilizzare i chiodi. Le misure del lettino dovrebbero essere sufficientemente abbondanti da permettere al bambino di muoversi lateralmente in libertà e sicurezza (60 x 90 cm). I piedini dovrebbero sollevare il letto da terra di circa 4 cm.
Il fondo del letto, invece di essere composto di fragili doghe, potrebbe essere un piano unico forato che consenta il ricambio dell’aria e sappia supportare eventuali, universali e inevitabili salti infantili.